Quando rivolgersi a uno psicologo

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Quando si nomina la figura dello psicologo, molto spesso c’è molta confusione in chi si informa in merito. Se anche tu ti trovi nella stessa situazione, nelle prossime righe puoi trovare alcune utili informazioni per capire qualcosa di più su questa professione.

Cosa fa lo psicologo?

Partiamo dalle basi, ricordando che lo psicologo è un professionista sanitario che ha alle spalle cinque anni di università, un periodo di tirocinio e il superamento di un esame di Stato.

Il suo compito è quello di migliorare il benessere interiore dei propri pazienti, permettendo loro di trovare un equilibrio a livello personale e non solo. Sono infatti numerose le persone che si rivolgono allo psicologo perché, per esempio, si trovano in un momento di stallo dal punto di vista lavorativo e non sanno se la professione che stanno portando avanti è quella che fa per loro.

Lo psicologo è un medico?

No, lo psicologo non è un medico. Il professionista in questione non può fare diagnosi e neppure prescrivere farmaci. Per portare avanti il suo lavoro spesso collabora con dei medici. Un esempio utile da chiamare in causa in questi frangenti è quello dello psicologo del lavoro e del medico competente che lavorano in sinergia per migliorare il benessere dei dipendenti di una determinata azienda.

A cosa serve lo psicologo?

Proseguendo con l’elenco delle situazioni in cui può essere utile rivolgersi a uno psicologo, ricordiamo il rilascio delle certificazioni dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) situazioni che, da una decina d’anni a questa parte, sono oggetto di particolare tutela da parte della scuola.

Ci si può rivolgere a uno psicologo anche per superare il trauma di un lutto. Attenzione: quando si chiama in causa questo termine non si intende per forza il dolore per la dipartita di una persona cara, ma anche quello successivo alla fine di una storia d’amore.

Lo psicologo può lavorare con i privati ma anche con le aziende. Questi professionisti sono spesso coinvolti nei processi di selezione del personale, ma anche, come poco fa ricordato, nel monitoraggio del benessere del personale di una determinata azienda.

Differenza tra psicologo e psicoterapeuta

Molto spesso, quando si parla dello psicologo si tende a sovrapporre la sua figura con quella dello psicoterapeuta. Questo è un errore. Lo psicoterapeuta è infatti uno psicologo che ha deciso di proseguire la sua formazione per ulteriori 4 anni.

A differenza dello psicologo, lo psicoterapeuta ha la facoltà di trattare anche soggetti con patologie, come per esempio i pazienti depressi. Un altro aspetto degno di nota quando si parla di psicoterapia riguarda gli orientamenti.

Ne esistono diversi e tra questi è possibile citare quello cognitivo-comportamentale. Come si può leggere su Studiolevele, questo approccio presuppone una connessione tra i nostri comportamenti e il modo in cui vediamo il mondo. Il terapeuta agisce su questo secondo punto, aiutando il paziente a migliorare la propria vita quotidiana grazie a modifiche concrete dei comportamenti.

Da queste poche informazioni risulta chiaro che il focus della psicoterapia cognitivo comportamentale è il presente. In questo caso, l’orientamento si differenzia rispetto a quello psicodinamico.

Come scegliere uno psicologo o uno psicoterapeuta

Passiamo ora a un argomento di grande rilevanza, ossia i consigli migliori per scegliere uno psicologo o uno psicoterapeuta. Sembra paradossale ma, in questo caso, la strada giusta da intraprendere è innanzitutto l’ascolto delle proprie impressioni.

Ci si può informare sul web – oggi come oggi, tantissimi professionisti hanno un sito corredato di blog – ma l’ultima parola deve essere detta solo dopo aver conosciuto la persona. Alla luce di questo aspetto, il consiglio è quello di incontrare 2 o 3 professionisti prima di prendere la decisione definitiva.