La legislazione sull’alcol in Italia

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L’Italia è da sempre associata al buon cibo: la nostra nazione è patria delle più gustose e radicate tradizioni culinarie a livello globale, ed è un esempio per il resto del mondo. Tuttavia, questa non è l’unica eccellenza che contraddistingue lo Stivale ed i suoi cittadini. Gli italiani sono infatti particolarmente legati anche all’altra faccia della medaglia, ovvero a ciò che completa un pasto in tutto e per tutto: le bevande alcoliche.

La tradizione di alcolici nella Penisola è ugualmente forte ed importante, comprensiva davvero di qualsiasi qualità e tipologia: sono numerosi i vini rinomati, ma la scelta è vasta anche per le birre, per i distillati come i whisky torbati e per le bollicine. Un vero e proprio paradiso per gli amanti dell’alcol, che tuttavia comporta anche lati negativi quando non assunto con responsabilità.

Le problematiche dell’alcol

Bere responsabilmente è forse uno dei concetti che più frequentemente ci vengono ripetuti: non solo in giovane età da parenti e connessi, ma anche dalla comunicazione pubblicitaria in generale. Un proposito che però non sempre viene rispettato: la percentuale di esuberi è anzi purtroppo parecchio alta, non solo ovviamente in Italia ma in tutto il mondo. Eccessi che possono portare a conseguenze davvero negative.

Tanto che alcuni anni fa le statistiche erano davvero preoccupanti: queste stimavano che, per i dati che riguardavano l’intera Europa, più di un terzo dei decessi totali annuali fosse dovuto ad incidenti stradali collegati all’abuso di alcolici. Uno scenario che andava in continuo peggioramento, e che per questo ha richiamato immediatamente all’attenzione tutte le autorità nazionali. Le quali, negli ultimi anni, hanno preso importanti misure restrittive nei confronti della vendita e dell’assunzione di alcolici.

Tra queste anche l’Italia si è ovviamente schierata contro l’abuso di tali sostanze, varando una serie di provvedimenti che hanno visto una delle proprie concretizzazioni finali nella legge 48 del 18 aprile 2017, relativa alla vendita e somministrazione di alcolici ai minorenni entro i confini nazionali, la quale è andata a modificare la precedente legge in vigore: quella numero 125 risalente all’ormai lontano 2001.

Le misure prese dalla legislazione

Andiamo a vedere quali sono dal punto di vista pratico ed effettivo le misure messe in atto da questa nuova legislazione. Come si capisce dalla nostra premessa, l’obiettivo era quello di contrastare in maniera determinante l’assunzione di alcolici a livello generale, di modo da poter ridurre gli avvenimenti tragici ad essa connessi. In maniera ancora più specifica, si voleva contrastare anche il collegamento tra i minorenni e le bevande alcoliche di ogni tipo.

Ecco perché con la legge del 2017 veniva stabilito il divieto di vendita e di somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni, considerando questi atto come reati. È bene specificare che gli atti considerati illegali sono due, per l’appunto: sia la vendita che la somministrazione. In questo modo venivano – e vengono – colpite in maniera effettiva entrambe le categorie di luoghi collegati a tale mercato: quelli si vendita (supermercati e negozi vari) e quelli di somministrazione, che possono essere per esempio i bar.

La pena per chiunque infranga questo decreto, è diversa in base alla tipologia di infrazione. Coloro che vendono alcolici ai minori di 16 anni incappano in punizioni che possono arrivare anche alla sospensione della licenza commerciale. Per coloro che invece somministrano bevande alcoliche ai minori di 16 anni (la soglia quindi non cambia) la pena può consistere anche in un arresto, fino ad un anno di tempo (secondo l’articolo 689 del Codice Penale).

Per quel che riguarda invece la fascia di età della clientela compresa tra i 16 ed i 18 anni, la somministrazione di alcolici a questi utenti viene punita con una sanzione pecuniaria a partire dai 250 euro fino ad arrivare anche ai 1000 euro. La logica conseguenza di tutte queste possibili punizioni è l’obbligo dei titolari degli esercizi commerciali di chiedere un documento d’identità valido ai ragazzi interessati ad acquistare alcolici di ogni tipo.