Cannabis light: un giro d’affari in continua crescita

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Negli ultimi anni, si parla sempre di più di cannabis light e la cosa non deve sorprendere. La pianta in questione, al centro dell’attenzione da decenni, da quando è entrata in vigore la Legge 242/2016 ha visto il suo nome slegarsi dall’ambito terapeutico e dal mondo dell’illegalità.

Oggi come oggi, grazie al testo normativo sopra citato, si può infatti parlare di cannabis a basso contenuto di THC (la percentuale è compresa tra lo 0,2 e lo 0,6). Questa pianta, che può essere pure coltivata personalmente dall’utente, è al centro, da diversi mesi, di un giro d’affari che, partito da numeri molto interessanti, ha messo il turbo.

Cannabis light: i motivi della crescita

Cosa ha determinato la straordinaria crescita che ha coinvolto il giro d’affari della cannabis negli ultimi mesi? Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare riferimento all’avvento dell’emergenza sanitaria, che ha portato tantissime persone a interfacciarsi con nuove paure.

Questo, di riflesso, ha causato un aumento di casi di insonnia, problematica che può essere gestita con rimedi naturali come l’olio di CBD o cannabidiolo, principio attivo della cannabis dalla forte efficacia rilassante e privo di effetti psicoattivi e collaterali.

Sempre più sensibili all’importanza, quando possibile, di ricorrere ai rimedi naturali, gli utenti hanno letteralmente preso d’assalto gli shop online di cannabis light come Crystal Weed, che hanno dovuto rimettere mano al loro approccio al business, creando, per esempio, dei servizi di delivery mirati.

Questa crescita ha investito una filiera che, prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria, era caratterizzata da un volume d’affari attorno ai 150 milioni di euro annui (secondo alcuni operatori del settore, le potenzialità attuali permetterebbero di arrivare a somme pari a un quintuplo della cifra appena ricordata).

Cannabis: un business dal volto sostenibile

Dietro al successo del business della cannabis c’è un altro fattore molto importante: la sostenibilità. Già a partire dalla redazione della Legge 242/2016, il legislatore ha riflettuto tantissimo sull’impatto che ha sull’ambiente questa pianta.

Oggi come oggi, in un contesto internazionale che ci vede, in virtù dell’emergenza sanitaria sempre più consapevoli degli effetti delle nostre azioni sull’ambiente, l’interesse nei confronti della cannabis è ulteriormente cresciuto.

A dimostrazione di ciò, è possibile citare il successo dei capi di abbigliamento e degli accessori realizzati in fibra di canapa. Questa fibra tessile richiede molta meno acqua rispetto al cotone per la produzione di un singolo kg. Inoltre, facciamo presente che la cannabis per crescere non richiede pesticidi. Si tratta di una vera e propria pianta resiliente. Inoltre, è in grado di crescere su diverse tipologie di terreni, motivo per cui, quando la si coltiva, non ci si deve preoccupare di andare a compromettere aree verdi.

Nuove esigenze di mercato

Quando si guarda al business della cannabis light e al successo che lo ha investito in questi ultimi anni, è naturale riflettere su come, in pochi mesi, siano cambiati i consumatori. Oggi come oggi siamo più attenti alle nostre azioni, più stressati e più preoccupati per il futuro.

Inoltre, abbiamo a che fare con nuove esigenze di mercato e nuovi ingressi nel paniere di spesa. Tra questi è possibile citare le mascherine, dispositivi di protezione individuali obbligatori che, per alcune famiglie, incidono fortemente sul bilancio.

Grazie alla fibra di canapa, contraddistinta non solo dalla sopra citata sostenibilità ma anche da un’oggettiva resistenza ai vari lavaggi, possono essere acquistate una volta e, applicando le giuste misure igieniche, utilizzate con i filtri a norma di legge nel corso del tempo.