Uno dei problemi fondamentali dei modelli di auto elettriche è il loro incredibile fabbisogno di energia elettrica.
Se si considera che oltre a permettere al veicolo di muoversi, infatti, bisogna allo stesso tempo alimentare tutta la strumentazione di bordo più moderna, si comprende per quale motivo avere una batteria di riserva è più che necessario.
Macchine elettriche: quale strumentazione montano?
Una auto elettrica è solitamente una vettura di ultima generazione, che monta tutta la moderna strumentazione di bordo.
I veicoli che si trovano attualmente in commercio, infatti, non hanno più di un paio di anni di vita. È vero che sono tutte pensate con un sistema di abbassamento dei consumi, denominato Start&Stop. Altre vetture, invece, garantiscono un ulteriore abbattimento dei consumi grazie ad altri sistemi quali:
- Brake Energy Regeneration;
- Alternatori intelligenti;
- Indicatori di cambio marcia;
- Cambi a doppia frizione;
- Steering by Wire;
- Breaking by wire;
Ne consegue che è necessaria una batteria a grossa disponibilità energetica per permetterne il corretto funzionamento e, visto che i tempi di ricarica non sono per nulla rapidi, conviene sempre averne almeno un’altra di scorta a piena carica.
Ecco perché la maggior parte delle vetture elettriche equipaggiano una batteria AFB o una batteria AGM.
Batteria AFB: come funziona?
AFB sta per Advanced Flooded battery. Si tratta di evoluzioni delle batterie al piombo ricaricabili tradizionali, che presentano una soluzione liquida di acqua e acido solforico e due elettrodi, uno in piombo e l’altro in diossido di piombo.
Le batterie AFB sono particolarmente indicate per quei veicoli che presentano solo il sistema Start&Stop. Hanno, infatti, un’ottima resistenza al ciclaggio, due volte maggiore rispetto alle tipiche batterie al piombo ricaricabili.
Avendo, comunque, al loro interno la soluzione elettrolitica allo stato liquido, è bene maneggiarle attentamente, evitando di far prendere loro urti che possano provocare la fuoriuscita del liquido.
Si tratta di un aspetto fondamentale in quanto la soluzione di acido solforico, oltre ad essere estremamente corrosiva, è anche molto tossica ed aspirarne i fumi può provocare ripercussioni anche gravi sull’organismo. In caso di contatto è opportuno rivolgersi immediatamente all’ospedale più vicino.
Batteria AGM: come funziona?
Le batterie AGM sono batterie Absorbent Glass Material, ovvero presentano al loro interno strati di tessuto in fibra di vetro imbevuto di soluzione elettrolitica che sono intervallate agli elettrodi.
In questo modo la soluzione di acido solforico non è allo stato liquido e non fuoriesce in caso di urti o traumi subiti dall’apparecchio. Sono definite batterie a “ricombinazione”, in quanto al loro interno il ciclo dei gas prodotti dalle reazioni chimiche si risolve completamente. Un circuito chiuso.
Questo tipo di batterie rappresenta la soluzione ottimale per quei veicoli che, oltre allo Start&Stop, presentano anche altri sistemi di riduzione dei consumi.
Si tratta di batterie che, grazie a una resistenza interna molto bassa, difficilmente si riscalda, nemmeno con elevate dosi di carica o scarica. A tal proposito, presentano anche un ottimo tasso di autoscarica (dall’1% al 3% al mese), sicché possono essere conservate anche per lunghi periodi senza dover essere ricaricate.
Il tempo di riposo di una batteria AGM si aggira intorno ai 6 mesi, rendendola un’eccellente fonte di energia aggiuntiva per il proprio veicolo elettrico.
Solo un paio di accortezze sulla fase di carica: è opportuno che, nel mentre le si utilizza, non si faccia mai scendere il livello di carica al di sotto del 60% e, parimenti, si deve eseguire una carica completa almeno una volta al mese o ogni 3 mesi, in base all’intensità dell’utilizzo.
Far scaricare completamente la batteria o procedere con ricariche parziali potrebbe comprometterne il delicato equilibrio chimico interno, rendendola inservibile.