I risparmiatori italiani hanno poche certezze quando si parla di investimenti, ma una di queste è rappresentata senza dubbio dal conto di deposito. Il motivo è presto detto: questa soluzione, infatti, offre la possibilità di conoscere in anticipo il rendimento di cui si potrà usufruire. Inoltre, essa garantisce alti standard di sicurezza, dal momento che tutti gli importi fino a 100mila euro sono rimborsati dallo Stato anche nel caso in cui la banca fallisca.
I dati del 2019
Gli ultimi dati a disposizione a livello semestrale sono, ovviamente, quelli che riguardano i primi sei mesi di quest’anno. Ebbene, prendendo in esame i numeri registrati tra gennaio e giugno del 2019 a balzare all’occhio è la performance messa in evidenza dai depositi di entità compresa tra i 15mila e i 20mila euro. Se nel secondo semestre del 2018 la quota era di poco superiore al 20 per cento, nel primo semestre del 2019 essa è arrivata a sfiorare il 36 per cento. È un vero e proprio record, soprattutto se si prende in considerazione la tendenza in essere dal 2010 in avanti, con un trend che non ha mai superato il 9 per cento fino, appunto, allo scorso anno.
I numeri dei conti di deposito degli italiani
Drastico è stato, invece, il calo che ha riguardato i conti di deposito per somme che superano i 50mila euro. Se alla fine del 2018 la quota era superiore al 30 per cento, a giugno del 2019 si è scesi sotto il 25 per cento: un dato che, per altro, costituisce un minimo storico. Segno che gli italiani hanno deciso di investire meno soldi o che hanno prelevato una parte consistente della liquidità che avevano messo da parte?
I minimi storici
Quello degli importi sopra i 50mila euro, in ogni caso, non è il solo minimo storico fatto registrare in questo ambito. C’è da segnalare, infatti, anche quello per le somme che vanno da un minimo di 20mila a un massimo di 50mila euro: nel secondo semestre del 2018 la quota era superiore al 19 per cento, mentre a giugno si è scesi al di sotto del 17 per cento. Trend in calo anche per la fascia tra i 10mila e i 15mila euro, ma in questo caso si parla di pochi decimi di punto percentuale. I conti di deposito di meno di 5mila euro sono pari a poco meno del 9 per cento, scesi di oltre 2 punti percentuali rispetto all’11.1 per cento della rilevazione precedente. Infine vale la pena di menzionare i conti tra i 5mila e i 10mila euro, che hanno perso oltre 3 punti percentuali passando da più del 16 per cento a meno del 13.
I conti non vincolati
Gli italiani sembrano propendere per il conto di deposito non vincolato. Il primo semestre del 2019, infatti, è stato caratterizzato da un incremento delle richieste di ben 5 punti percentuali, visto che si è passati da poco meno dell’11 per cento a quasi il 16 per cento. Ai risparmiatori, evidentemente, non dispiace usufruire di un rendimento inferiore se ciò è compensato da una maggiore flessibilità e libertà di gestione del denaro.
Quanto durano gli investimenti
Ma per quanto tempo si vuole mantenere attivo un conto di deposito? Coloro che hanno optato per una durata tra i 7 e i 12 mesi sono passati dal rappresentare meno del 39 per cento del totale a oltre il 47 per cento degli investitori complessivi. A scendere di pochi decimi di punto è stata la fascia tra i 25 e i 36 mesi, mentre ancora più evidente è stato il calo per la fascia tra i 13 e i 24 mesi, di quasi 5 punti.