
Quando si chiede a Lanfranco Pescante da dove sia partito, non racconta di capitali ereditati, di figure influenti che gli hanno aperto le porte o di percorsi agevolati.
Il suo ingresso nel mondo dell’hospitality non è stato fortuna, ma la scelta consapevole di costruirsi da zero, imparando cosa significhi davvero accogliere.
Aveva appena quindici anni quando lasciò l’Italia per trasferirsi negli Stati Uniti. Un’età in cui la maggior parte dei ragazzi non ha ancora deciso quale strada intraprendere, lui scelse di mettersi alla prova.
Iniziò dal basso, senza saltare alcuno dei gradini: lavapiatti, cameriere, runner, barman, cuoco. Ogni mansione era un’occasione per osservare, comprendere, sperimentare. Mentre le mani lavoravano, la mente costruiva un disegno più grande.
L’intuizione che rompe lo schema
Pescante che era già arrivato a ricoprire ruoli gestionali come manager sognava di creare un suo modello, una sua attività imprenditoriale nel mondo della ristorazione e dell’hospitality.
Tutto ha inizio sempre negli Stati Uniti, dove organizzava feste in case abbandonate, trasformandole in location suggestive. Non si trattava soltanto di musica e luci: dietro c’erano logistica, personale selezionato, controllo dei flussi, cura dei dettagli. Apparivano eventi spontanei, ma in realtà erano il risultato di una regia meticolosa.
Il passaparola li rese sempre più frequentati, fino ad attirare l’attenzione di locali e ristoranti che iniziarono a chiedergli consulenze. Ma mentre gli altri lo volevano come direttore dei loro eventi, lui pensava già a un progetto che fosse interamente suo.
Nocturnal Hospitality Group: l’inizio dell’imprenditoria
Il primo passo concreto arrivò con la creazione del Nocturnal Hospitality Group, una società dedicata all’organizzazione di eventi e concerti con personaggi di spicco, ma anche alla gestione di locali già avviati.
Questo progetto gli permise di ampliare i contatti, sperimentare modelli innovativi e affrontare la complessità di un settore dinamico, segnando l’inizio di un percorso imprenditoriale fatto di prove, errori, ostacoli e prime conquiste.
Dal lavoro con il Nocturnal nacque il Franklin Manor, il primo locale interamente concepito da Lanfranco Pescante. Non un semplice ristorante, né un club tradizionale, ma un format ibrido in grado di trasformare la permanenza dei clienti in un’esperienza immersiva.
Musica dal vivo, design avvolgente, scenografie curate nei minimi dettagli e una squadra formata con attenzione: ogni elemento era studiato per lasciare un’impronta emotiva duratura. Con il Franklin Manor, l’hospitality diventava interazione memorabile per i clienti.
Oltre i confini: la crescita e la prospettiva internazionale
Il successo del Franklin Manor non ha rappresentato un punto di arrivo, bensì l’inizio di una fase di espansione strutturata. Dopo aver consolidato la propria presenza sul mercato statunitense con ristoranti, club e spazi polifunzionali dedicati a concerti ed eventi privati, Lanfranco Pescante ha scelto di guardare oltre, aprendo le porte a un processo di internazionalizzazione sempre più ampio.
Il suo approccio resta coerente: ogni apertura sia nel campo dell’hospitality business sia nella ristorazione viene modellata sul contesto culturale e sociale in cui nasce, ma senza mai rinunciare ai valori che contraddistinguono il brand.
Non una catena da replicare in serie, bensì un modello capace di adattarsi e mantenere intatta la propria identità originaria. In questo modo, ogni locale, pur con caratteristiche uniche, contribuisce a un racconto comune e riconoscibile.
Oggi la rete costruita da Pescante si estende tra America ed Europa e comprende sia attività gestite direttamente sia consulenze per realtà terze nel settore dell’hospitality. Si tratta di un sistema organico, che poggia su due assi fondamentali: la qualità dell’esperienza vissuta dal cliente e la centralità delle persone che rendono possibile ogni progetto.
Questa duplice attenzione verso chi usufruisce del servizio e verso chi lo eroga è il filo conduttore che unisce ogni iniziativa.
Flessibilità e metodo
Espandersi in mercati differenti significa affrontare inevitabilmente ostacoli legati a normative, abitudini culturali e modelli di consumo.
Pescante non ha mai scelto la via del “copia e incolla”, ma ha elaborato un metodo fondato sulla flessibilità: strutture, linguaggi e proposte si adattano di volta in volta al contesto, pur mantenendo lo stesso cuore narrativo e relazionale.
Alla base di ogni scelta strategica vi è una squadra allenata a muoversi con prontezza, capace non solo di gestire, ma di interpretare il mercato e anticiparne i cambiamenti con velocità e disciplina.
Le persone come leva di crescita
Per Pescante il vero motore del successo non risiede nelle procedure, ma nella motivazione dei collaboratori.
Per questo ha sempre posto al centro la valorizzazione del capitale umano: formazione continua, percorsi di carriera, retribuzioni superiori alla media e reale coinvolgimento nelle scelte.
La sua leadership è tutt’altro che distante: spesso si mette in prima linea, dietro al bancone o in cucina, non per esibire autorità ma per dimostrare con i fatti che guidare significa partecipare.
È da questa vicinanza che nasce la fiducia, la stessa che consente ai team di mantenere standard elevati in qualsiasi contesto geografico.
Un’ospitalità che fa vivere un’esperienza
Il tratto distintivo di Lanfranco Pescante non è solo la sua abilità imprenditoriale, ma la convinzione che l’hospitality sia un linguaggio emotivo, capace di generare legami autentici. Ogni progetto, che sia un locale, un evento o una consulenza, nasce con l’obiettivo di far sentire le persone accolte, riconosciute e valorizzate.
Il design non è mai semplice estetica, ma una scenografia che comunica. La musica non è solo intrattenimento, ma atmosfera che plasma l’esperienza. In un settore che rischia di ridursi a routine standardizzate, Pescante difende il valore del gesto umano: vuole che ogni cliente porti con sé un ricordo, un’emozione, una sensazione positiva.
Il suo percorso non è stato costruito sull’apparenza, ma su studio, dedizione e una costante voglia di migliorare. È un metodo che non promette risultati immediati, ma dimostra che con idee chiare, un team motivato e la capacità di rischiare, le ambizioni possono tradursi in realtà solide e durature.
