Cosa fa uno psicologo?

psicologo

Lo psicologo è un professionista sanitario che ha alle spalle un percorso formativo pluriennale. Tutto inizia con la laurea in psicologia che, con l’ordinamento attualmente in vigore, dura cinque anni (3 + 2). A seguito della laurea, arriva il momento di effettuare un tirocinio e, una volta completato quest’ultimo, bisogna dare l’esame di Stato, così da formalizzare l’abilitazione all’esercizio della professione di psicologo.

Quando il percorso appena descritto è completo, si può lavorare come psicologi e gestire percorsi di valutazione, diagnosi e sostegno finalizzati al miglioramento del benessere di una singola persona o di un gruppo (il tutto senza prescrivere farmaci). Lo psicologo può infatti interagire con pazienti privati (singole persone, ma anche famiglie) o lavorare in contesti aziendali. In quest’ultimo caso, si interviene per tenere sotto controllo il problema dello stress lavoro correlato, considerato da più di 10 anni – per la precisione dal 2008, anno della pubblicazione del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro – una priorità per gli imprenditori che tutelano i propri dipendenti.

Lo psicologo e la scuola: un connubio importantissimo

Quando ci si chiede cosa fa lo psicologo, è essenziale considerare il suo rapporto con il mondo della scuola. La figura professionale in questione è infatti cruciale per i bambini che hanno difficoltà ad approcciarsi allo studio e che, in alcuni casi, possono ricevere la diagnosi di DSA, con tutte le conseguenti misure speciali applicate dagli insegnanti in classe (se hai il sospetto che tuo figlio abbia qualche problema di questo tipo, su Psicoterapia Scientifica puoi trovare numerosi recapiti di psicologi e scegliere quello più vicino a te).

Quando rivolgersi a uno psicologo

Quando è il caso di rivolgersi a uno psicologo? Oltre all’appena citato caso delle difficoltà a scuola, è bene citare anche le situazioni di stress e disagio legate al lavoro, ma anche ai lutti o alle separazioni. Tramite il suo strumento di lavoro principale, ossia il colloquio, lo psicologo aiuta a superarle permettendo al paziente di acquisire uno sguardo più lucido sia sul mondo che lo circonda, sia sulle proprie potenzialità.

Differenza tra psicologo e psicoterapeuta

Sapere cosa fa uno psicologo è importantissimo. Lo è altrettanto essere consapevoli della differenza tra la sua figura e quella dello psicoterapeuta. Quando lo si nomina, si inquadra uno psicologo che, dopo l’esame di Stato, ha portato avanti i suoi studi per altri 4 anni, diplomandosi presso una delle numerose scuole accreditate presente sul territorio italiano.

A differenza dello psicologo, lo psicoterapeuta (che non ha la facoltà di prescrivere farmaci) può trattare anche soggetti affetti da vere e proprie patologie, come per esempio la depressione. Pure nel suo caso lo strumento di lavoro primario è il colloquio. Bisogna però ricordare anche la presenza della relazione terapeutica, che parte dalla definizione delle aspettative del paziente nei confronti del percorso.

Gli psicoterapeuti possono seguire diversi orientamenti. Tra i più celebri è possibile ricordare quello cognitivo-comportamentale, caratterizzato dal coinvolgimento pratico del paziente, che deve mettere in atto specifici compiti relativi appunto al comportamento quotidiano.

Come scegliere uno psicologo o uno psicoterapeuta

Avere a disposizione numerosi recapiti di psicologi o psicoterapeuti è solo il punto di partenza. Il passo successivo consiste nel decidere di chiamare, che non è certo poco. Ammettere a se stessi di avere un problema è infatti lo step iniziale per risolverlo.

Cosa succede a questo punto? Che arriva il momento di provare! Se si pensa di rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta, è infatti opportuno selezionarne almeno 2 o 3 e fare un colloquio conoscitivo, valutando con chi iniziare il percorso non solo sulla base della preparazione (conta molto, su questo non ci sono dubbi), ma anche sull’empatia che si è instaurata. La scelta finale deve essere esclusivamente personale: si possono ascoltare i consigli di amici e parenti, ma l’ultima parola deve essere sempre quella di chi, concretamente, deve iniziare il percorso.