Il lavoro agile consiste nel prestare la propria opera lavorativa senza un vincolo di orario e di sede, un nuovo modello lavorativo in cui la retribuzione è legata al livello del lavoro e sganciata dall’orario come tradizionalmente è sempre stato. Nel lavoro tradizionale, infatti, si è legati all’orario di lavoro aziendale e si viene retribuiti sulla base del numero di ore di lavoro effettuate. Al massimo la produttività personale viene premiata attraverso un riconoscimento economico aggiuntivo ma non sempre è così. Nel lavoro agile, invece, la prestazione lavorativa può avvenire da casa propria o in qualunque altro posto, volendo anche da una stupenda spiaggia o da u a balconata sulla neve.
Quello che conta è il lavoro svolto e la qualità di questo. Questa nuova forma lavorativa è appena all’inizio ma pone già degli interrogativi legittimi: rispetto all’assicurazione contro gli infortuni, ad esempio, come ci si regola? Una recente circolare Inail e gli adempimenti Ministeriali riguardanti lo “Smart working” chiarisce che il lavoratore anche in questa forma lavorativa ha diritto all’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali ovunque si trovi a svolgere la propria attività.
Rispetto allo scorso anno si è assistito ad un significativo incremento di lavoratori agili, un aumento del 60% che ha portato il numero attuale a 305 mila, ancora pochi in proporzione al numero totale dei lavoratori: solo il 5% maggiormente appartenenti a grandi aziende, il 68% uomini con età media di 40 anni, dei quali solo il 7% nelle PMI e il 5% nella pubblica amministrazione. Siamo parecchio lontani dalla media UE che è a livello del 17%, in ampio incremento.
Chi lavora con questa modalità ne è felice perché significa riuscire ad armonizzare nel modo migliore l’impegno lavorativo personale con gli impegni familiari e si risparmia parecchio nei trasporti, sia in termini economici, non dovendosi spostare andata e ritorno da casa al luogo di lavoro e in termini di tempo: si risparmiano almeno 40 ore in spostamenti ma spesso anche molto di più. Certo non tutti i lavori possono essere svolti in Smart Working e servono competenze in PC e strumenti informatici per lo svolgimento del lavoro e anche una forte disciplina perché il lavoro va comunque svolto nei tempi dati e bene ma la soddisfazione con questa modalità lavorativa, nei casi praticati, è reciproca del lavoratore e del datore di lavoro, con un incremento medio di produttività del 15%.
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