Degli orari di gioco uniformi sarebbero perfetti

Si continua a disquisire sugli orari di accensione e spegnimento delle apparecchiature da intrattenimento, si continua a disquisire se sia giusto o sbagliato emettere queste ordinanze restrittive che danneggiano da un lato le attività ludiche ed i migliori casino e dall’altro i giocatori che sono “costretti” a vagolare tra un paese od una città ed un’altra in cerca di un punto per poter cimentarsi in qualche partita e divertirsi con il proprio gioco preferito. Si continua, infine, a disquisire se questo sia veramente uno strumento adatto per combattere e prevenire il gioco problematico. Certamente, risposte certe non ce ne sono o quanto meno non ci sono risposte che accontentano tutti: ogni testa è un piccolo mondo e, di conseguenza, risulta impresa assai difficile stabilire da che parte stare.

Il gioco, non c’è dubbio, sembra essere veramente l’argomento del giorno come se non ci fossero per i cittadini tematiche più importanti da valutare e per lo Stato problematiche più urgenti da affrontare e risolvere. Però una voce, che non è ormai più sola ma sorretta da alcune altre voci, è quella del Sindaco di Verona, Flavio Tosi, che chiede ai Comuni limitrofi di adottare ordinanze che impongono al gioco limiti orari i modo omogeneo e che, quindi, mettano il giocatore davanti “al fatto compiuto”. Nelle ore di “intervallo” in quel territorio “non si gioca”!

Così, in realtà, si eviterebbero i divieti con effetto “a macchia di leopardo” con le conseguenti migrazioni di giocatori nelle zone che offrono orari più liberi o che non hanno adottato alcun limite. Sarebbe, naturalmente, ottimale questa coordinazione che darebbe, oltre tutto, un segnale forte di compattezza delle varie Amministrazioni, se questo è il segnale che si vuole far arrivare ai “normali cittadini”. In più questo non farebbe trovare i giocatori di fronte, magari, ad un punto gioco illecito che, naturalmente, non segue ordinanze né restrizioni, nella sua “affannosa ricerca” di un punto per poter giocare tra un paese, od una città, ed un altro territorio.

Questa mancanza di omogeneità, anche all’interno dei vari siti di casino, fa inalberare il Sindaco Tosi che sottolinea che Verona forse “è l’unico Comune che prevede per le sale giochi autorizzate l’apertura dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 22”, rispettando così le otto ore rispetto alle 14 consentite dall’ordinanza del 2000. Anche gli apparecchi di intrattenimento, con vincita in danaro,che si trovano all’interno degli esercizi autorizzati come bar, ristoranti, alberghi ed altro sono tenuti a Verona a rispettare lo stesso orario. Praticamente, il giocatore veronese sa questo, si è adeguato ed in altri orari al gioco proprio non ci dovrebbe pensare a meno che, ovviamente, non si faccia coinvolgere dall’online: e su questo discorso, si sa, di orari non si può proprio parlare.

Ovviamente, il provvedimento di Verona risulterebbe oltremodo più efficace per una sorta di limitazione alla dipendenza dal gioco d’azzardo, solo se venisse condiviso in modo unitario anche dagli altri Sindaci in modo che su tutto il territorio provinciale siano adottate le stesse restrizioni. Invece, naturalmente, ora succede che chi ha il vizio del gioco si reca al di fuori del territorio comunale dove si può accedere alle slot senza alcuna restrizione: così subiscono danni ulteriori i titolari delle sale slot del territorio comunale e ne fruiscono vantaggi quelli dei comuni vicini, oltre a non contrastare con questi provvedimenti in modo efficace la ludopatia. Parola di Flavio Tosi.