Crolla la fiducia nelle banche: aumentano i clienti dei conti online

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Nel corso degli ultimi decenni, il rapporto fra banca e cliente è notevolmente mutato. In modo tutt’altro che favorevole per gli istituti di credito. I fattori che hanno contribuito al deterioramento del rapporto fra le parti sono molteplici, anche se spesso sono addebitabili alle aziende del mondo bancario. D’altro canto, gli scandali che si sono susseguiti nel corso degli ultimi decenni non hanno fatto altro che acuire la sfiducia degli utenti, ulteriormente aumentata nell’ultimo periodo a causa dei consistenti aumenti delle spese di gestione del conto corrente. Aggravi, oltretutto, che hanno raggiunto livelli talvolta intollerabili, del 100 o 200%.

Conto corrente online, dalla rete un valido supporto nella scelta

Non è casuale, quindi, che molti cittadini vadano alla ricerca di nuove soluzioni, al fine di ottenere significativi risparmi economici e maggior comfort tecnologico, come l’apertura di un conto corrente online. Accedere ad un conto virtuale sicuro, onde evitare di incorrere in frodi o furto dei propri dati personali, richiede però l’aiuto di qualche esperto del settore: le preziose opinioni di qualeconto.net, ad esempio, possono costituire un ottimo coadiuvante nella scelta del risparmiatore, in grado di fornirgli tutto il supporto e i suggerimenti necessari ad effettuare la miglior scelta possibile. Il conto corrente, di per sé, rappresenta, forse, la punta dell’iceberg, in quanto tocca direttamente l’intera popolazione. Ma le cause della disaffezione dei cittadini al sistema bancario, sono molteplici.

Gli scandali finanziari occorsi negli ultimi vent’anni sono stati assai numerosi, andando a toccare soventemente le tasche dei risparmiatori. A fine anni ’90, ad esempio, moltissimi risparmiatori si sono ritrovati con le mani bucate a causa della bolla speculativa legata ai titoli del settore tecnologico; all’epoca, il consulente finanziario poteva suggerire qualsiasi titolo senza dover sottostare ad alcun vincolo normativo, oggi fortunatamente previsto grazie alla compilazione del questionario MIFID, prezioso indicatore del grado di rischio al quale si vuol esporre l’investitore. Le incomprensioni, o presunte tali, fra consulente e clienti erano all’ordine del giorno, come testimoniarono le migliaia di richieste di risarcimento danni inoltrate agli istituti di credito.

Normativa MIFID: basterà per aumentare la fiducia dei clienti nel sistema bancario?

Una problematica, quella della vendita dei prodotti finanziari, che ha intaccato la figura del consulente bancario nell’immaginario collettivo: se fino a qualche decennio fa era percepito come un professionista realmente al servizio del cliente, oggi viene equiparato, spesso, ad un venditore puro e semplice, posizionato in quel ruolo nell’interesse esclusivo della banca stessa e non dell’utente. Una percezione che l’entrata in vigore della normativa MIFID non ha mutato del tutto, anche se i primi positivi effetti si iniziano a riscontrare.

Ad esempio, un cliente può mantenere nel proprio portafoglio dei titoli  – obbligazionari azionari  – di un unico emittente, solo ed esclusivamente se dal questionario MIFID risultasse disporre di un’elevata conoscenza degli strumenti finanziari e accettasse di sopportare un grado di rischio alto: con questi vincoli, la maggior parte dei clienti bancari non avrebbero potuto sottoscrivere, nello scorso decennio, le famose obbligazioni subordinate, diventate tristemente note in quanto non tutelano in alcun modo il risparmiatore in caso di default dell’istituto emittente.

Il recupero integrale del rapporto fiduciario fra banca e cliente, però, è ancora lungi dall’essere completato. Significativi, in tal senso, i dati estrapolati da una recente indagine di mercato, che ben inquadra quale sia l’opinione dominante della popolazione italiana. Solo un italiano su tre dichiara di avere fiducia nell‘istituzione bancaria, dato che si abbassa notevolmente nella fascia degli over 40 ed aumenta sensibilmente, invece, fra gli under 30, un settore che è stato toccato solo marginalmente dagli scandali finanziari degli scorsi decenni e ricorre maggiormente all’utilizzo dei canali virtuali. Non stupisce, quindi, che la categoria che abbia maggior fiducia nel sistema bancario sia quella studentesca, seguita da pensionati e impiegati; fiducia ai minimi, invece, per operai, imprenditori e casalinghe.