Crac banche venete, allo studio un fondo per risarcire i piccoli azionisti

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Ad esempio, è andata decisamente male a quegli investitori, in prevalenza piccoli risparmiatori, che in passato hanno investito in azioni delle Banche venete che sono state salvate dal crac per decreto solo grazie all’intervento dello Stato italiano. Chi ha avuto fiducia nella propria banca, radicata sul territorio, è infatti rimasto con il cerino in mano, con la conseguenza che ora il Governo italiano sta cercando, nell’ambito dell’approvazione della legge di Bilancio, di correre ai ripari attraverso l’istituzione di un fondo per il risarcimento a favore dei piccoli azionisti.

La vicenda legata alle banche venete, tra l’altro, è stata nei giorni scorsi alla base dello scontro istituzionale, attraverso un vero e proprio rimpallo delle responsabilità, tra la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob) e la Banca d’Italia. Per chi, azionista delle banche venete, non volesse aspettare i provvedimenti del Governo italiano in materia di risarcimenti, magari perché preferisce recuperare tutto il capitale investito attraverso le aule dei Tribunali, il Codacons, facendo leva sul proprio team di legali, offre assistenza agli azionisti di Veneto Banca al fine di costituirsi in giudizio nell’ambito del procedimento penale.

Attraverso il proprio sito Internet, in particolare, il Codacons rende noto che il termine ultimo per aderire, inviando all’Associazione dei Consumatori e degli Utenti tutta la documentazione necessaria, è quello del 18 novembre del 2017. A favore ed a tutela degli azionisti di Veneto Banca, il Codacons punta a far recuperare i propri soldi ed a ottenere, come danno morale, un risarcimento pari a 10 mila euro.

Sono 11, tra gli ex vertici dell’istituto bancario veneto, le persone per le quali la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dopo che, a partire dallo scorso 25 giugno del 2017, Veneto Banca, a seguito dell’emanazione di un decreto governativo, è stata posta in liquidazione coatta amministrativa. A vario titolo, le undici persone che sono state rinviate a giudizio dovranno rispondere e nello stesso tempo dovranno difendersi da accuse di reato che spaziano dall’aggiotaggio all’ostacolo all’esercizio delle funzioni da parte delle autorità pubbliche di vigilanza in relazione a presunte irregolarità riscontrate nella gestione dell’istituto di credito attraverso operazioni che sono state compiute nel periodo dal 2010 al 2014.

In pratica, stando a quanto è emerso dalle indagini, il crac di Veneto Banca sarebbe strettamente legato alla mala gestione da parte del management dirigenziale. Inoltre, gli inquirenti hanno rilevato che, a discapito di migliaia di piccoli risparmiatori, sono stati provocati e procurati danni patrimoniali attraverso proprio la mala gestione che ha portato ad una alterazione del prezzo delle azioni di Veneto Banca.