Come è cambiato il modo di ascoltare la musica nel tempo

Ascoltare musica è una delle attività più frequenti dell’uomo, fin dai tempi antichi, quando non esistevano supporti in grado di memorizzare canzoni che si tramandavano per via orale, la musica è stata sempre un elemento presente e costante nelle attività del genere umano. Inizialmente furono il grammofono e i vinili, poi arrivarono le cassette musicali, a seguire i CD, successivamente, con il progredire della tecnologia e la diffusione dei Pc, furono creati i famosi mp3, fino ad arrivare ai giorni nostri con la musica liquida, da ascoltare in streaming.

Come si ascolta la musica al giorno d’oggi?

Per quanto ci sia ancora chi ama possedere fisicamente i CD musicali e chi ama riempire il proprio hard disk di file mp3, come si evince dal fatto che il download di Songr, programma per cercare mp3, sia effettuato sempre più spesso, ad oggi la musica viene fruita principalmente in streaming tramite opportune app e con dispositivi portabili. Se i lettori CD e gli i-pod erano molto diffusi qualche tempo fa, oggi lo strumento principale per ascoltare musica è lo smartphone, dispositivo ormai alla portata di tutti.

La “musica liquida”

Se un tempo l’ascolto della musica presupponeva uno strumento meccanico per la sua riproduzione (stereo, mangianastri, ecc…) ad oggi il supporto fisico non è più strettamente legato alla musica come si era sempre intesa ma è un “oggetto” multimediale come un Pc, un tablet o uno smartphone. Gli mp3 sono ancora usati ma la direzione che sta prendendo sempre più piede è quella dell’ascolto in streaming. In questo modo non si possiede alcuna copia fisica della canzone ma la si ascolta sfruttando la propria connessione internet (dati o wi-fi) e principalmente tramite auricolari.

Una considerazione da fare riguarda la qualità delle riproduzioni che, contrariamente a quanto si possa pensare, si attesta a buoni livelli, pur essendo riprodotta tramite strumenti che, per forza di cose, non sono nati principalmente per questa funzione. Se, da una parte, abbiamo una evidente comodità di fruizione (si pensi all’ascolto di musica con le cuffie in qualsiasi situazione, in viaggio o mentre si cammina o si fa jogging), dall’altro si è perso quel “rito” che consisteva nel posare il vinile sul piatto e dedicarsi con attenzione all’ascolto, senza distrazioni di sorta.

Cosa avverrà in futuro è difficile prevederlo ma siamo sempre più orientati a una fruizione della musica che passi attraverso la rete internet con una qualità di riproduzione sempre più alta. La dimostrazione è data dal fatto che stanno scomparendo i CD e i DVD che, fino a pochi anni fa, sembravano essere uno standard che sarebbe durato per sempre, la stessa sorte potrebbe toccare agli mp3 per arrivare ad un modello di distribuzione che preveda non più l’acquisto di file ma soluzioni in abbonamento che prevedano l’ascolto di musica in streaming in base ai propri gusti e le proprie esigenze.